Che cosa è esattamente? E’ la capacità di riconoscere, di comprendere e gestire le emozioni. Chi ha un alta intelligenza emotiva riconosce il proprio stato emotivo e quello altrui. In genere riesce ad avere relazioni più sane e maggiore successo lavorativo.
Nel passato per predire il successo di una persona ci si basava sulla sua intelligenza (Q.I.), per cui una persona intelligente avrebbe raggiunto importanti traguardi. Lo studioso H.Gardner negli anni 80 mise in discussione tutto ciò. Focalizzò la sua attenzione sui fattori genetici ed ambientali per delineare il raggiungimento dell’intelligenza, anzi delle intelligenze. Ebbene sì secondo lui esistono 7 intelligenze :
-l’intelligenza matematica
-l’intelligenza linguistica
-l’intelligenza interpersonale
-l’intelligenza intrapersonale
-l’intelligenza cinestetica
-l’intelligenza musicale
-l’intelligenza visuo-spaziale,
a queste poi aggiunse quella naturalistica e quella esistenziale, con la possibilità di scoprire altre intelligenze.
Nel libro “ l’intelligenza emotiva” di Goleman nel 1977 si individuano 5 competenze intellettive:
-la conoscenza delle proprie emozioni
-il controllo e regolazione delle proprie emozioni
-la motivazione di se stessi
-l’empatia (riconoscere le emozioni altrui)
-la gestione delle relazioni.
Grazie a questi studi oggi si è scoperta la connessione tra sistemi emotivi e sistemi cognitivi, per cui anche nella scuola si “cerca” di potenziare tutte e due le funzioni. Infatti nell’educazione e nell’apprendimento è importante che le emozioni del ragazzo vengano considerate altrimenti il rischio di aggressività, di depressione o il ricorso a sostanze stupefacenti è elevato.
A partire dalla famiglia fino alla scuola gli adulti hanno il dovere educare (ex ducere) i bambini e i ragazzi alle emozioni, perché se loro fin da piccoli riescono a capirle e ad individuarle riusciranno da adulti a non calpestare le loro emozioni e soprattutto a non farsele calpestare.