Le esperienze sfavorevoli durante l’infanzia e l’adolescenza.
Nella mia pratica clinica e dei miei colleghi psicoterapeuti e dal Dsm (Manuale diagnostico dei disturbi mentali) si evidenzia l’importanza delle esperienze sfavorevoli infantili come presenti in varie categorie diagnostiche dei disturbi mentali.
Tutto ciò che viviamo nel primo arco di vita segna profondamente il nostro diventare adulti.
Oramai è provata da tutte le ricerche scientifiche, l’importanza delle prime esperienze infantili e delle relazioni che il bambino instaura con le figure di accudimento.
Il Dsm evidenzia quanto le esperienze sfavorevoli infantili siano alla base non solo della salute mentale ma anche fisica.
Le esperienze sfavorevoli infantili sono associate al 44% delle psicopatologia durante lo sviluppo e il 30% negli adulti e sono le cause più frequenti di disturbi psicologici di tutte le età.
Le esperienze avverse prima dei 18 anni sono:
1- ABUSO FISICO RICORRENTE
2- ABUSO PSICOLOGICO RICORRENTE
3- PRESENZA DI UNA PERSONA DIPENDENTE DA ALCOL O SOSTANZE
4- ABUSO SESSUALE
5- PRESENZA DI UNA PERSONA DETENUTA
6- UN MEMBRO DEPRESSO O CON DISTURBI MENTALI
7- PRESENZA DI UNA MADRE MALTRATTATA
8- PRESENZA DI UN SOLO GENITORE O NESSUNO
9- TRASCURATEZZA FISICA
10- TRASCURATEZZA EMOTIVA.
Dalle ricerche scientifiche è stata riscontrata un forte relazione causa-effetto tra l’esposizione alle esperienze avverse infantili e i fattori di rischio mortali negli adulti.
Le malattie fisiche riscontrate dopo queste esperienze sono: attacco ischemica cardiaco, cancro, malattie croniche polmonari, fratture scheletriche, malattia del fegato nonché scarsa autovalutazione della salute.
Oltre a ciò, gli sudi di Felitti VJ, hanno evidenziato una relazione importante anche con la depressione, il tentativo di suicidio, l’alcolismo, l’abuso di sostanze, la promiscuità sessuale, la violenza domestica ecc…
“A causa dell’influenza del trauma sul sistema dello stress, questi bambini sono più soggetti allo sviluppo di patologie croniche come il diabete, la pressione alta, ictus e infarti” (Proceedings of de National Academy of Sciences, 2013).
Si è visto che queste esperienze sfavorevoli precoci creano dei veri e propri traumi.
Queste esperienze rendono il cervello, “meno resistente ” agli effetti stressanti successivi.
Il cervello sotto stress produce una serie di ormoni, tra i quali, il cortisolo che può danneggiare l’ippocampo, che a sua volta può influenzare la capacità dei soggetti di affrontare eventi difficili e/o stressanti nella vita.
Il maltrattamento e la trascuratezza (fisica o emotiva) sono associati ad anomalie in diverse aree cerebrali, come la corteccia prefrontale (logica e ragionamento), corpo calloso (integrazione tra i due emisferi), amigdala (riconoscimento del volto e paura), lobo temporale (linguaggio) ecc…
L’ abuso influenza anche il sistema neuroendocrino alterando l’ormone regolatore dello stress (cortisolo) e dei neurotrasmettitori come adrenalina, dopamina e serotonina che influiscono sull’umore e sul comportamento.
Thornberry et al. hanno riscontrato in un gruppo di adolescenti fra i 12 e i 17 anni, esposti ad abuso fisico e trascuratezza la possibilità di sviluppare delinquenza, sintomi depressivi e uso di sostanze.
Si è visto che il maltrattamento infantile è più legato a depressione e idee suicidarie, invece quello adolescenziale più a comportamenti antisociali e abuso di sostanze.
Sono stati riscontrati come fattori di esposizione importanti:
– abuso fisico e sessuale
– assistere a violenza verso i fratelli
– la trascuratezza emotiva e fisica
– assistere alla violenza domestica
– separazioni significative e perdite
– l’abuso verbale e non verbale genitoriale
– conflitti fra i genitori
– bullismo e abuso emotivo dei pari.
Anche la povertà è un fattore di rischio per il maltrattamento e la depressione.
Tra le forme di abuso emotivo rientra anche non avere tempo, né intereresse a parlare col figlio, come anche tenere dei segreti importanti. Anche dare eccessive responsabilità da adulti a ragazzi o bambini che non possono farsene carico.
Ogni bambino impara a gestire le proprie esperienze, con il tempo apprende concetti e categorie dove collocare gli eventi, le emozioni, i pensieri, così valuta ciò che accade dentro di sé e intorno a sé.
In questo modo troverà le strategie per affrontare le situazioni, così si sentirà efficace e sicuro di sé.
Affinché ciò avvenga è necessario che vi sia una certa stabilità nella sua famiglia e che le figure di riferimento primarie siano protettive e accudenti.
Se ciò non avviene il bambino può provare un’angoscia ingestibile, impedendogli di elaborare le esperienze negative, non riuscendo a controllare le emozioni e i comportamenti fino a sviluppare una ” disorganizzazione dell’attaccamento”.
Per aiutarlo a sentirsi più sicuro superare per esempio un evento negativo è necessario non solo fornirgli affetto e cura ma anche aiutarlo a rielaborare l’esperienza negativa. Spesso il bambino è lasciato solo senza il necessario supporto emotivo all’esposizione traumatica.
Purtroppo il ricordo/i rimane fissato nella mente, prima di essere elaborato ed è questo che causa i sintomi. Così le esperienze traumatiche ed emotivamente stressanti, se non elaborate diventano patologie con base neurobiologica ( Dsm 5).
Il lavoro con la terapia E.M.D.R. può cambiare in profondità i segni e le conseguenze di precoci e croniche traumatizzazioni. I pazienti imparano a creare una storia di vita e una storia della loro infanzia più coerente con una prospettiva più costruttiva. Questo percorso gli fornisce più sicurezza emotiva in grado di stabilire una buona relazione con i figli, e non solo, a prescindere da quanta trascuratezza, abuso o traumatizzazione c’è stata nella loro infanzia.