L’autocontrollo è la capacità di regolare le proprie emozioni, saper gestire una reazione di rabbia o trattenere il pianto che arriva dirompente. Il concetto di “sentirsi sicuri” è fondamentale per ogni individuo e si è visto quanto sono importanti le regole di funzionamento nell’interazione e le strategie nel trattare le emozioni.
Tutto ciò ha origini molto lontane in quanto noi impariamo a “regolarci” nella prima fase della vita. La natura ha creato il sistema di attaccamento il quale garantisce la sopravvivenza. La madre regola gli stati emotivi del figlio e, a sua volta, il suo stato interno “dovrebbe” regolarsi su quello del figlio. Ciò che reperisce il figlio è che quando segnala il suo disagio può trovare nell’altro protezione e conforto.
Questa situazione ideale purtroppo molto spesso non si verifica per molteplici motivi. Può succedere che la figura di accudimento, in genere la madre, non riesce a cogliere i disagi o segnali del bambino, non sintonizzandosi con lui, può essere o troppo rigida o intrusiva.
Il bambino può imparare a non piangere per non mostrare il proprio disagio che non verrebbe accolto. Ciò che immagazzina il bambino è di essere una persona non degna di attenzione e da adulto avrà aspettative di rifiuto dagli altri, tenderà a controllare le proprie emozioni e a non fidarsi di nessuno.
In altre situazioni il genitore risponde in maniera alternata, incoerente e ciò porterà ad aumentare i sentimenti negativi di rabbia o angoscia, in questo modo il bambino sperimenta che se si arrabbia o urla il genitore gli presta attenzione. In questo modo devia l’attenzione verso i propri stati emotivi che non è in grado di regolare attaccandosi eccessivamente al genitore non raggiungendo una buona autonomia e fiducia in se stesso. Questi bambini mostrano scarsa concentrazione , si distraggono facilmente e manifestano spesso malumore e sentimenti di impotenza.
Ci sono poi situazioni dove ci sono genitori che abusano di alcol e droghe o che sono depressi o disturbati da un lutto o da un trauma non risolto oppure sono vittime di violenza domestica. In questo modo il genitore diventa fonte di insicurezza e di paura, ma è l’unica figura di attaccamento. In questo caso il bambino oscilla tra il bisogno del genitore e la paura dello stesso. In questo modo egli vive come pericoloso l’ambiente esterno ed è dominato dalla paura.
Alla luce di ciò vediamo quanto è importante aver appreso ed imparato fin da piccolissimi a regolare i propri stati interni e quelli degli altri, soprattutto è importante gestire le proprie emozioni.
L’autocontrollo ci permette di resistere alle tempeste emotive che possono scatenarsi dentro di noi. Chi è in grado di controllarsi raramente attacca glia altri verbalmente o fisicamente. Riuscire a controllare il proprio stato emotivo è fondamentale per avere un approccio più positivo verso la vita.
Se nonostante i tentativi di autocontrollo non si riesce a gestire le emozioni si può ricorrere ad un lavoro su di sé con uno psicoterapeuta che aiuterà la persona ad elaborare i propri vissuti interni e a vivere meglio.