Nutrirsi è la cosa più naturale che un essere vivente compie. Inizia già nel grembo materno a nutrirsi tramite la placenta della madre, per poi proseguire con il latte materno creando così la prima relazione importante. L’alimentazione è dunque un bisogno primario se non ci nutriamo muoriamo. Ma il cibo svolge funzioni che vanno ben oltre il sostentamento. La relazione cibo psiche è molto forte perché è fortemente condizionata dal nostro stato emotivo e mentale, a sua volta le stesse emozioni e pensieri vengono condizionati dalla quantità di cibo ingerito. Le emozioni, in inglese e-motion, ossia energia in movimento hanno un effetto sui nostri pensieri, comportamenti e azioni, ma anche sul nostro corpo. Da tutto ciò derivano diversi disturbi psicosomatici fino ad arrivare ai disturbi alimentari.
Quando siamo sereni in genere mangiamo volentieri ma se invece siamo in preda all’ansia possiamo intraprendere duraturi digiuni o aumentare a dismisura la quantità di cibo ingerito scivolando verso le “abbuffate”.
Non sempre si è consapevoli di questi comportamenti perché a volte diventano automatici ma il nostro corpo ci manda dei segnali, fino a compromettere le relazioni personali.
Mangiare per ragioni emotive o meglio in relazione a stati emotivi è una delle principali cause di conflitto con il cibo, che può sfociare nel binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata. Si è visto che il 75% del mangiare eccessivo dipende dalle emozioni. Capita di soffocare le emozioni attraverso cibi “compensatori”, che provocano una sensazione piacevole, di appagamento ma che poi genererà un senso di colpa che a sua vota intaccherà l’autostima peggiorando la qualità della vita della persona.
Molto spesso le persone non sono in contatto con ciò che sentono perché hanno sepolto dentro di loro nel profondo le proprie emozioni. Ciò causerà malessere se non addirittura malattia fisica o mentale.
Mangiare dolci corrisponde spesso ad una fame emotiva che causa uno squilibrio nei livelli di glucosio e rende difficile uscire dal circuito per cui spesso si crea una dipendenza da zuccheri. Eccedendo con i cibi salati si può alzare la pressione. Anche gli stimolanti come il caffè o il tè o la coca-cola possono portare effetti come sentirsi ansiosi, nervosi riducendo la nostra capacità di ridurre lo stress. I cibi croccanti danno una momentanea riduzione di tensione perché apparentemente sfogano la tensione percepita.
La fame fisica non provoca senso di colpa e una volta soddisfatta si placa, si colloca all’altezza dello stomaco e vi è la consapevolezza nel mangiare. Al contrario nella fame emotiva vi è l’urgenza e l’insistenza (pizza, gelato) del pensiero fino a sentirsi in colpa, ci si sente come ipnotizzati.
Per uscire dal circolo vizioso della fame emotiva bisogna imparare a riconoscere le proprie emozioni ed esprimerle. Molto importante è rendere l’esperienza con il cibo più sensoriale, esercitandosi a stare sul qui ed ora, in modo da nutrire non solo il corpo ma anche la mente.